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Allarme del primario di terapia intensiva. “Rivediamo i periodi più bui della pandemia con un’impennata dei contagi”: Trieste ripiomba nell’incubo Covid

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Dopo essere stata la capitale delle proteste dei no Green pass, Trieste torna a fare i conti con la risalita dei contagi, una casistica preoccupante di cui ha parlato il primario di terapia intensiva, il professor Umberto Lucangelo. Intervistato dai microfoni del Corriere della Sera, il primario della Terapia intensiva del Cattinara di Trieste ha delineato un quadro preoccupante della situazione del capoluogo del Friuli.

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“Si sta tornando ai periodi più bui della pandemia, con un’impennata vertiginosa di contagi, reparti al limite, spostamento di risorse, doppi turni. E con l’amarezza di assistere all’atteggiamento scellerato di chi non si vaccina credendo alla fantascienza” – lo sfogo del professore Lucangelo che ha segnalato l’esponenziale crescita del numero dei contagi.

Impennata di contagi a Trieste: la testimonianza del primario di terapia intensiva

Covid Trieste

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L’incubo Covid è tornato a Trieste dove si iniziano a registrare le difficoltà nei reparti degli ospedali, come riferito dal primario di terapia intensiva della città: “I nuovi pazienti Covid hanno un’età media di 60 anni ma ce ne sono anche di 30. Il 90% non ha fatto il vaccino, naturalmente fra di loro c’è anche chi non poteva farlo”.

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Gli strascichi delle proteste hanno portato al ricovero di non pochi manifestanti finiti principalmente in terapia intensiva, ma il capoluogo del Friuli risente anche delle dinamiche di transfrontaliera venendo a contatto con gli abitanti della Slovenia, uno stato dove il tasso di vaccinazione è alquanto basso, senza trascurare la scarsa risposta della campagna vaccinale da parte della stessa popolazione triestina.

Il primario della Terapia intensiva del Cattinara ha infatti rilevato: “C’è una quota di triestini convinta di essere meno vulnerabile per il fatto che conduce una vita sportiva e salutistica. Da noi esiste un po’ la credenza mitica dell’invincibilità. Tra i pazienti no-vax alcuni si pentono, altri sono invece negazionisti irriducibili ed escono dal reparto ancora convinti che il Covid non esista […]”. Concludendo la sua intervista, il professore Lucangelo non ha nascosto un certo pessimismo, ed infatti ha fatto sapere che secondo la sua opinione la situazione peggiorerà.

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