La titolare del ministero dell’Interno è finita al centro di ulteriori polemiche mentre cercava di uscirne fuori: Luciana Lamorgese tentando di abbozzare una difesa alle critiche di chi l’ha accusata di inerzia e continua a chiedere le sue dimissioni, è infatti incappata in uno scivolone. “La mia paga da ministro dell’Interno è bassa”, queste le parole incriminate e che sono stata la replica della Lamorgese ai sindaci italiani che si sono riuniti a Parma in occasione del Anci.
Le sue dichiarazioni sono apparse come una gaffe visto che è sembrato che volesse addossare le critiche rivolte al suo operato non al merito, ma al suo stipendio da titolare del Viminale. Naturalmente le intenzioni del ministro non erano di certo quelle di giustificare i suoi risultati, considerati deludenti dai sui avversari politici, con la sua insoddisfazioni di natura economica, ma è finita per cadere in quest’impasse.
Luciana Lamorgese si accoda alle lamentele dei sindaci: “Dopo aver visto la mia busta paga nessuno parlerebbe più”
Nel corso del suo intervento, la titolare del Viminale si è espressa in questi termini: “Tutti dobbiamo fare squadra, io sono sempre pronta a dare una mano e ci metto tutta la mia professionalità, conquistata in tanti anni di servizio, che niente e nessuno può togliermi”.
La Lamorgese in occasione dell’Assemblea nazionale dell’Anci durante la Fiera di Parma, si è lasciata andare ad uno sfogo animata da un moto di orgoglio in risposta alle contestazioni palesate da parte dei sindaci che hanno manifestato delle lamentele per il loro onorario considerato misero. Una protesta a cui si è unita la Lamorgese che ha esclamato: “Dopo aver visto la mia busta paga nessuno parlerebbe più”.
Nel proseguo del suo intervento il ministro ha infatti insistito su questo aspetto puntualizzando: “Anche la mia busta paga da ministro dell’Interno è bassa. Qualcuno chiede che io mi guadagni lo stipendio che ricevo: ebbene, forse dopo aver visto la mia busta paga non lo direbbe più”.