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“Predica bene e razzola male”: Matteo Renzi chiede l’immunità parlamentare per l’inchiesta sulla Fondazione Open dopo aver intimato ai suoi avversari di non avvalersene

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Dopo le sue battaglie contro l’immunità parlamentare, Matteo Renzi ha deciso di invocarla per il caso che riguarda i finanziamenti della sua Fondazione Open, spetterà ai magistrati di Firenze decidere se archiviare il caso o chiedere il giudizio. I legali di Renzi hanno chiesto a Palazzo Madama di astenersi dallo svolgimento di ogni tipo di attività investigativa, e di non adoperare eventuali intercettazione o documentazione senza “previa autorizzazione della Camera di appartenenza”.

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Il politico italiano che ha a lungo intimato ai suoi avversari politici a non avvalersi dell’immunità parlamentare, ha fatto dietrofront e l’ha invocata personalmente. L’ex premier che rischia di finire a processo si è giocata l’ultima carta: i suoi legali la scorsa estate hanno presentato alla Procura di Firenze la testuale richiesta: “la formale intimazione di astenersi dallo svolgimento di qualsivoglia attività investigativa preclusa dall’art. 68 della Costituzione e dell’articolo 4 della legge 140/2003, nonché nell’utilizzare conversazioni e corrispondenza casualmente captate senza previa autorizzazione della Camera di appartenenza”.

Renzi chiede l'immunità parlamentare

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Matteo Renzi chiede l’immunità parlamentare

La richiesta è finita al vaglio della giunta del Senato dopo il veto di Luca Turco, procuratore aggiunto titolare dell’inchiesta, che ha rivelato che sono finite agli atti le conversazioni di altri indagati. Sta di fatto che sono finiti nell’elenco degli indagati 11 persone, tra cui i stretti collaboratori politici di Renzi ma anche Marco Carrai ed Alberto Bianchi, ex presidente della fondazione.

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Sembrano lontani decenni le filippiche di Renzi contro l’immunità parlamentare, il politico infatti più volte negli ultimi anni si è scagliato contro i suoi avversari, sostenendo che chi si avvalesse di questo escamotage fosse un codardo.

Così dopo aver attaccato nel 2016 gli esponenti dei Cinque Stelle (Sibilia, Di Maio, Catalfo) per l’inchiesta sul petrolio in Basilicata intimandogli di rinunciare all’immunità quando era premier, ora sembra essere tornato sui suoi passi. Chi ha memoria storica non ha dimenticato poi l’invettiva dello stesso Renzi nel 2018, quando ha osteggiato Matteo Salvini sui fondi della Lega. Dopo i guai giudiziari, Renzi ha chiesto una copertura attraverso l’immunità parlamentare per tutelare se stesso nel contesto dell’indagine sui 7 milioni raccolti da Open per finanziare la sua ascesa politica che in pochi anni lo ha portato da sindaco di Firenze a premier.

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