La notizia è nell’aria da diverse settimane, e la decisione dell’Ema di partire con il vaccino ai bambini sembra essere alle porte. Sul tema molto delicato che riguarda il vaccino ai bambini di età 5-11 anni si sta dibattendo da più di un mese.
Dopo il via libera della Commissione federale sono stati gli Stati Uniti i primi a dare l’ok e a partire con la somministrazione del vaccino ai bambini. Seguiti da Israele che, da tempo, è il Paese nel quale la campagna di immunizzazione procede con il ritmo più sostenuto. L’Ema, l’agenzia europea per il farmaco, dovrebbe decidere entro il 29 novembre.
Ema: probabile vaccino per la fascia 5-11 anni a fine mese
“Riteniamo che a fine mese forse il 29 l’Ema deciderà sul vaccino per i bambini della fascia d’età 5-11 anni e il responso verosimilmente sarà positivo. Conseguiranno politiche vaccinali successive”. Queste le dichiarazioni di ieri di Luca Magrini, Direttore Generale di Alfa. Il dibattito sulla opportunità di somministrare il vaccino ai bambini dai 5 agli 11 anni sta continuando. Fonti della stessa Ema fanno sapere che, molto probabilmente, il parere non sarà unanime. La posizione dei paesi scandinavi è quella più contraria al vaccino per i bambini.
Svezia e Danimarca sostengono in maniera decisa la loro contrarietà, così come aveva fatto la Germania sino a queste ore. Quando la cosiddetta quarta ondata è esplosa in tutta la sua veemenza, portando in un solo giorno oltre 9 mila le richieste di prenotazione per i più piccoli. L’ultimo comunicato di Ema lascia comunque pochi margini di dubbio.
Leggi anche: Esplode la follia, Myrta Merlino blocca tutto: “Nel vaccino feti abortiti dei bambini, associato al satanismo” la conduttrice contro Fabio Tuiach
“La valutazione del rapporto rischio-beneficio non potrà essere centrata solo sui più piccoli ma andrà considerata in funzione della riduzione del pericolo per l’intera collettività, visto che immunizzando loro riduciamo o possiamo persino azzerare la circolazione del virus tra le fasce di popolazione a rischio”.
Queste le parole di Marco Cavaleri, della task force europea sui vaccini.