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Caso Genovese, spuntano le chat compromettenti inviate agli amici: “Sono un pedofilo. Sono stato con tre sedicenni, tecnicamente è legale”

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L’imprenditore napoletano lo scorso 8 ottobre scorso è tornato a parlare con i pm, che si occupano del caso Genovese, e nel corso degli interrogatori ha ammesso la sua dipendenza e predilezione per le ragazze giovani, ma sono recentemente venute a galla anche le chat inviate agli amici. A distanza di quasi un anno dal suo arresto, avvenuto il 6 novembre 2020, Alberto Genovese si è deciso a parlare: l’imprenditore napoletano dopo essersi disintossicato in una clinica per le tossicodipendenze ha deciso di fare chiarezza sulla sua posizione.

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Alberto Genovese, accusato di aver abusato di alcune ragazze dopo averle stordite con la droga nel contesto dei festini che si svolgevano presso la Terrazza Sentimento in zona Duomo, parlando con i magistrati ha cercato di addossare le sue responsabilità alla sua dipendenza. L’abuso di stupefacenti, per superare la fine di una storia d’amore di sette anni, lo avrebbe, a suo dire, spinto ad avere incontri con minorenni che si rivolgevano a lui in cerca di droga. Nel recente confronto con i pm, che indagano sul caso Genovese, l’imprenditore ha negato di aver drogato e violentato le due ragazze da cui sono partite le denunce.

Caso Genovese spuntano compromettenti chat

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Caso Genovese: il suo ultimo interrogatorio con i pm e le chat inviate agli amici

Nel corso del suo ultimo interrogatorio, Alberto Genovese ha spiegato la sua preferenza per le giovanissime rivelando: “Loro venivano da me proprio per la droga, io viaggiavo in un universo in cui tutto era permeato dalla droga, pensavo di non poter stare con una ragazza che non fosse drogata. […] Tiravo coca senza ritegno da tre giorni, la mia mente era completamente annebbiata, ma la ragazza fuggita da casa mia era venuta volontariamente in camera per fare sesso e drogarci. Aveva voluto esplicitamente la ketamina ‘per entrare in un mondo colorato e fatato’ e poi aveva preteso soldi per fare sesso”.

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Ma nel fascicolo sul caso Genovese si sono repertati anche i contenuti compromettenti delle chat scambiate con gli amici, tra cui una datata 28 agosto 2020, che metterebbe nei guai l’imprenditore. “Io sono un porco pedofilo, ho un range 16/20 anni, in Italia è legale, tecnicamente. Se non sei un parente o un professore, si possono avere rapporti con minorenni consenzienti dai 16 anni. Nel 2018 ho fatto tre sedicenni“- questo quanto scritto da Genovesi.

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