Advertisement

Parla la madre della bimba abbandonata in Ucraina, dichiarazioni choc che gelano: “Che c’entro io con lei? Non la sentivo come mia figlia”

Advertisement

Quando la procura a Novara ha convocato la madre ed il padre della bimba abbandonata in Ucraina, dove la piccola di 15 mesi era nata mediante il ricorso alla maternità surrogata, la donna ha rilasciato delle dichiarazioni sconcertati. La Procura di Novara che ha aperto un fascicolo sul caso, sin dall’inizio della vicenda ha seguito le indagini coordinando le operazioni che hanno permesso alla piccola di rientrare in Italia.

Leggi anche: Il grido di allarme dopo la morte del bimbo colpito dal virus sinciziale: “Non si possono fare le diagnosi al telefono” tuona la giornalista barese

Dopo l’apertura del caso, l’iter burocratico e giudiziario prosegue e la situazione risulta alquanto ostica, alle prese con norme e convenzioni di ambito internazionale. Invece mancano al momento nomi iscritti nel registro degli indagati, così come manca la stessa ipotesi di reato. Un caso spinoso e complesso dal punto di vista giuridico, sul quale i magistrati sono stati chiamati a deliberare e per il quale si prevede un procedimento penale per abbandono di minore.

Bimba abbandonata Ucraina

Advertisement

Bimba abbandonata in Ucraina dalla famiglia italiana

La madre della bimba abbandonata in Ucraina, quando è stata convocata in procura a Novara, ha spiegato insieme al marito le ragioni di quel gesto estremo affermando: “Non me la sono sentita più, mi dispiace. Non la sentivo come mia figlia, mi dicevo: ‘Che c’entro io con lei? Non ce l’ho fatta’”. Insieme al marito la donna ha così ribadito di non volersi occuparsi della bimba come riferito da La Repubblica Torino.

Leggi anche: “Siamo nella quinta ondata Covid, ma abbiamo un vantaggio rispetto agli altri Paesi”: Carlo La Vecchia analizza la situazione in Italia e spiega come evitare la zona gialla

La piccola nata con tecniche di maternità surrogata, abbandonata dalla coppia italiana, si trova al momento sottoposta alle cure di una famiglia affidataria che risiede in Piemonte, come disposto dal tribunale per i minorenni di Torino. Inoltre alla piccola è stata affiancata una tata che parla ucraino, visto che è la sola lingua da lei conosciuta per evitare di arrecarle ulteriori disagi.

CONDIVIDI ☞
Advertisement