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Omicron 5. Matteo Bassetti risponde alle domande degli italiani: “Meno aggressiva di un’influenza, ma ecco chi rischia di più”

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Tra le ultime declinazioni del Covid, si è rintracciata la variante Omicron 5, su cui ha fornito delle spiegazioni l’infettivologo Matteo Bassetti, cercando di rispondere alle domande che continuano a porsi gli italiani. L’esperto prendendo in considerazione le caratteristiche di Omicron 5 (o Omicron BA.5) ha espresso una posizione analoga a quella dei suoi colleghi, ribadendo quanto sostenuto dall’infettivologo Giovanni Di Perri che parlando dell’ultima versione del virus proveniente dal Portogallo, l’ha paragonata ad una comune influenza.

Il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova ha detto che il nuovo volto del Covid assomiglia ad una forma di “raffreddore rinforzato” con sintomi che non coinvolgono i polmoni, determinando naso che cola e mal di gola. Il quadro clinico di Omicron 5 tende a risolversi nell’arco di 3-4 giorni nei soggetti vaccinati.

Matteo Bassetti ha infatti puntualizzato ad Adnkronos Salute: “Siamo di fronte ad una forma simil influenzale, quindi molto contagiosa, ma se osserviamo i dati delle ospedalizzazioni nei Paesi dove BA.5 è già passata non si sono alzati, si è ricoverata pochissima gente. Ci dobbiamo abituare a vedere situazioni come quella che stiamo vivendo oggi, ovvero l’aumento dei contagi, le avremo sempre. Dopo di che, è utile indicare ogni giorno in Italia chi è positivo ad un tampone? No. Creiamo solo insicurezza. Abbiamo le armi per affrontare questa infezione e dobbiamo guardare avanti”.

Omicron 5, il parere di Matteo Bassetti e di altri esperti italiani

In linea con la tesi del collega Giovanni Di Perri, il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova ha spiegato: “Noi due lavoriamo in reparto e abbiamo ogni giorno a che fare con il Covid. Il virus circola e pensando ad ottobre non possiamo mettere la gente in scacco oggi solo per costringerla a vaccinarsi. Il virus non morde ed è una forma molto simile all’influenza, i vaccini fatti ci coprono dalle forme gravi della malattia. Certi atteggiamenti catastrofisti non vanno bene”.

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Omicron 5 influenza

Invece Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e docente di igiene all’Università del Salento, ha voluto puntualizzare che non si deve confondere il Covid-19 con l’influenza, perché si tratta di malattie virali che non sono uguali, e lo stesso impatto sulle strutture sanitarie è differente, ribadendo che non si devono confondere le due patologie. Sempre sulle colonne di Adnkronos Salute, Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata analizzando Omicron 5, la definisce come un raffreddamento del virus che ha determinato delle varianti progressivamente meno virulenti.

“Le difficoltà che il Coronavirus sta incontrando e sempre più incontrerà sono legate ad una sinergia straordinaria di dinamiche difensive prodotte dalla vaccinazione e dalle infezioni di persone vaccinate e non vaccinate. Ecco perché procedere al completamento dei programmi di vaccinazione diventa elemento strategico per un controllo definitivo della pandemia” – questo il commento dell’immunologo. Minelli si è poi espresso sulle recenti varianti Covid: “[…] La pandemia è ufficialmente entrata in una fase in cui il Sars-CoV-2, con tutte le sue prossime possibili performance, incontrerà ostacoli per lui sempre più difficili da superare se non in termini di diffusività, certamente in termini di pericolosità e, dunque, di letalità”.

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