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Green Pass e pensione, dal primo febbraio cambia tutto: ecco le nuove regole

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Il Green Pass sta diventando sempre più uno strumento insostituibile nella vita degli italiani. Dal 1 febbraio, infatti, la certificazione verde servirà anche per ritirare la pensione. Di quale Green Pass si tratta? Come potranno procurarselo i pensionati? Il Governo Draghi ha stabilito che, per avere accesso libero ad uffici pubblici, banche e poste sarà indispensabile essere muniti di Green Pass, allo scopo di arginare il contagio da Covid-19.

Sarà necessario avere il Pass anche per accedere ad attività commerciali, tranne quelle preposte alla vendita di beni di prima necessità. Le disposizioni emanate dal Governo Draghi sono molto chiare e nette, non lasciando spazio ad alcun dubbio: la certificazione verde si sta facendo sempre più strada nella quotidianità degli italiani.

Inoltre, non va dimenticato che, a partire dal 20 gennaio, l’obbligo di Green Pass è stato esteso anche a settori relativi alla cura della persona, come: barbieri, parrucchieri ed estetisti. È essenziale comprendere di quale Green Pass si tratti, dato che ci sono due tipologie: una certificazione base, ottenibile con un semplice tampone che dia esito negativo ed un Super Green Pass, ottenibile mediante vaccinazione.

Green Pass: ecco quale serve per poter ritirare la pensione

Il Green Pass necessario affinchè un anziano possa ritirare la pensione, secondo le previsioni del Governo Draghi, è quello base, ottenibile sottoponendosi ad un tampone che dia esito negativo, in modo tale da fugare ogni dubbio di contagio. Il tampone previsto per avere tale tipo di Green Pass è quello rapido o, in alternativa, molecolare, considerati tra i più attendibili.

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Green Pass- ecco quale serve per poter ritirare pensione

In origine, la prima bozza del decreto emanato dal Governo Draghi prevedeva che servisse il Green Pass anche per quelle attività ”indifferibili e urgenti connesse alla riscossione, presso gli sportelli delle Poste Italiane Spa e degli istituti di credito abilitati, di pensioni o emolumenti, comunque denominati, non soggetti ad obbligo di accredito.”. Dunque, la bozza iniziale era sicuramente più stringente, riguardando anche le somme non soggette ad accredito.

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Tuttavia, in un secondo momento, tale ipotesi ha lasciato spazio ad una nuova previsione, segnando un poderoso cambio di rotta nella regolamentazione della vita degli italiani, in seguito alla diffusione del Covid-19 e delle sue varianti.

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