I vaccini sono la migliore arma nei confronti della variante Omicron come mostrato dalle prime ricerche che gli scienziati hanno svolto. Con la vaccinazione si stimola la produzione di anticorpi che impediscono l’azione del virus, ma i vaccini contro il Covid vanno incontro ad un calo di efficacia, per via della decadenza del numero degli anticorpi, e venendo meno la cosiddetta immunità sterilizzante l’agente infettivo può contagiare. Il vaccino anti Covid favorisce la produzione di anticorpi e la differenziazione degli specifici linfociti T: se gli anticorpi inibiscono l’agente virale invece le cellule T regolano l’azione del sistema immune.
Leggi anche: Variante Omicron: tempi di incubazione, quali sono i sintomi e per quanto tempo si resta contagiosi
Il mondo scientifico ha cercato di capire se la variante Omicron è in grado di eludere la risposta anticorpale, così gli esperti hanno indagato se la memoria T indotta dai vaccini rimane efficiente e duratura. In base ai vari studi, ancora in fase di revisione, sono emersi dei dati utili. Da quanto reso noto da uno studio di ricercatori sudafricani e da uno condotto dai ricercatori californiani si è rilevato che la risposta T indotta dai vaccini è efficace contro Omicron, da imputare alle cellule di memoria di tipo T. Secondo una ricerca olandese si è poi precisato che i linfociti T di tipo CD4+ differenziati per merito dei vaccini hanno la capacità di attivarsi contro il ceppo originale e le varianti Beta, Delta e Omicron, producendo una risposta efficace a distanza di sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale.
Variante Omicron ed efficacia dei vaccini
Secondo le conclusioni dei ricercatori dell’Irc Santa Lucia di Roma, la risposta T contro la proteina Spike di Omicron sembrerebbe più bassa nei confronti delle parti mutate, ma pur sempre valida ed indirizzata verso le regioni non toccate dalle mutazioni di Omicron, attivata da: i linfociti T CD4+, le cellule killer, i linfociti T CD8+.
Leggi anche: Matteo Bassetti si scaglia a muso duro contro i non vaccinati: “Non vaccinarsi vuol dire giocare alla roulette russa”
Uno dei più recenti studi reso noto il 3 gennaio da un gruppo di ricercatori israeliani e di Harvard ha ribadito i dati degli studi precedenti, confermando dunque che la risposta di memoria T, si conserva intatta nel caso della variante Omicron fino a otto mesi dopo il ciclo vaccinale con risposta analoga a quella contro Delta ed il ceppo originale del virus. Gli esperti hanno quindi concluso che contro Omicron i vaccini assicurano una valida copertura, che supporta le difese immunitarie potenziandole.