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Variante Omicron, il virologo Giulio Tarro: “Non siamo più di fronte ad una pandemia, oggi il Covid è simile ad un’influenza”

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Secondo il parere di diversi esperti la variante Omicron malgrado la sua elevata trasmissibilità è simile ad una comune influenza, una posizione espressa anche da Giulio Tarro nel corso del suo intervento sulle colonne de “Lo speciale giornale“. Il discusso virologo, che vanta di essere stato allievo del premio Nobel Sabin, durante l’emergenza sanitaria ha spesso espresso dei giudizi che hanno aperto la strada alle discussioni.

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Il noto virologo che nei decenni passati è sceso in campo nella lotta contro il colera in Campania, nel corso ormai dei due anni di pandemia ha espresso dei pareri contrari a quelli dei suoi colleghi che lo hanno per questo contestato. A proposito della variante Omicron, il virologo italiano si è allineato alla posizione di chi considera questa declinazione del Covid meno preoccupante dal punto di vista sintomatologico.

Omicron Tarro

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Giulio Tarro: “La variante Omicron rende oggi il Covid più simile ad una influenza”

Questo l’intervento di Giulio Tarro su “Lo speciale giornale“, dove ha snodato una visione incoraggiante sul futuro dell’emergenza sanitaria dichiarando: “Con Omicron non ci troviamo più di fronte ad una pandemia, bensì ad una classica endemia. La scorsa primavera è stato pubblicato sulla rivista Science, che rappresenta l’organo ufficiale dell’American Association for the Advancement of Science, uno studio in cui si spiega chiaramente come si stia gradualmente passando dalla fase pandemica a quella endemica”.

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Il virologo ha poi aggiunto: “Quindi ci troviamo di fronte ad un’influenza tipica della stagione invernale, identica a tante altre che abbiamo conosciuto in passato. L’unica differenza sta nel fatto che non si tratta di un virus influenzale ma del Covid, ma questo non giustifica il terrore mediatico che si sta diffondendo in questi giorni. Nel Regno Unito è già stato approvato da oltre un mese il farmaco della Merck chiamato Molnupiravir, mentre in Italia già da marzo è in uso il Remdesivir”.

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