In tutta Europa, come anche in Italia sale la preoccupazione relativa all’emergenza energia e gas, che potrebbe portare ad un drastico razionamento delle materie prime in vista dell’inverno. Dopo l’annuncio della Russia che ha comunicato la chiusura dei rubinetti del gasdotto Nordstream 1, che porta alla Germania, per via di una manutenzione programmata, si teme uno scenario negativo. Il principale timore riguarda un eventuale rifiuto da parte di Moasca di riavviare il flusso come reazione alle sanzioni imposte dall’Occidente come punizione alla guerra in Ucraina. La paura dilagante è quella che l’intenzione russa sia di intralciare il riempimento degli stoccaggi.
L’Europa in toto sta cercando di mobilizzarsi attraverso la pianificazione di piani di emergenza: ogni singola nazione con le sue autorità del settore è già al lavoro per apportare delle misure per sopperire alla domanda di gas ed energia, evitando di dipendere dai ricatti della Russia. Ad esempio le autorità della Germania, che è tra le nazioni che sta soffrendo maggiormente la ritorsione di Mosca, stanno tentando il salvataggio di Uniper, il maggior compratore europeo di gas russo che per via del taglio dei flussi da Mosca deve provvedere ai rifornimenti sul mercato spot facendo i conti con dei prezzi proibitivi.
Il governo tedesco nel correre ai ripari ha previsto un bailout di Uniper ricorrendo ossia a dei prestiti ed al processo di ricapitalizzazione. Sul modello tedesco anche altri Paesi europei che dipendono dalla Russia per le risorse energetiche presto dovranno organizzare un loro piano d’emergenza. In base alle recenti analisi degli esperti del settore, i recenti prezzi Uniper sono in calo, con una perdita media di 30 milioni di euro al giorno per approvvigionamento. I toni del ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck sono alquanto pessimistici ed esortano la popolazione ad affrontare la crisi con “maturità collettiva”.
Gas, cresce la preoccupazione per l’emergenza energia: l’Italia si prepara al razionamento
Anche il sistema britannico è già alle prese con grossi problemi che hanno portato al fallimento di non pochi fornitori di gas e luce a causa del price cap, con sui si segnala il meccanismo del limite massimo di spesa per le bollette, applicato dall’autorità di mercato Ofgem. Attualmente è emersa un’altra criticità che riguarda i piani di razionamento, che in caso di emergenza ogni singoli Paesi dovrà applicare. Le relative reazioni da parte delle autorità potrebbero essere non solo differenti ma sorprendenti.
Anche dagli Usa arrivano i primi sussulti che mostrano un timore alquanto alto per il peso che sta iniziando ad esercitare l’inflazione, con Joe Biden che da tempo ha iniziato a rivolgere invettive contro raffinerie e distributori. Sebbene gli americani non siano dei grandi consumatori di energia non si sono ancora messe in cantiere delle misure volte al risparmio energetico.
Biden pressato dal peso dell’inflazione non riesce a trovare gli strumenti per una soluzione, limitandosi a domandare al Congresso una “gas tas holiday”, che prevede la sospensione per tre mesi delle accise federali sui carburanti. In pratica non si prevedono al momento tagli e risparmi energetici e di gas rimandando drasticamente il momento di prendere in mano la situazione e tentare una soluzione concreta.
Per quanto riguarda l’Italia, i prezzi del megawattora si confermano insostenibili e per questo si mira a portare avanti delle strategie di conservazione dell’energia. Si cercano poi fondi pubblici per investire sull’efficientamento energetico degli elettrodomestici. Nel nostro Paese non sembra invece funzionare la riduzione dei consumi con i dati relativi agli ultimi mesi che asseriscono che l’Italia sta consumando come l’anno scorso limitandosi ad un lieve calo. L’auspicio è che presto anche il nostro Paese si dia da fare limitando i consumi e gli sprechi, la stampa più allarmistica ipotizza che presto il Governo passerà al Gas, razionamento di gas ed energia applicando un relativo contingency plan.
Leggi anche: Addio acqua frizzante, l’allarme dell’azienda Sant’Anna: “C02 introvabile”, ecco costa sta succedendo