La guerra tra Russia e Ucraina non accenna a cessare e ciò potrebbe avere delle forti ripercussioni sull’economia del nostro Paese. In particolare, potremmo avere dei problemi seri relativamente alle forniture di gas. Ciò perché il 40% del nostro approvvigionamento in tale settore é dovuto alla Russia, tramite l’Ucraina. Come fronteggiare questa emergenza? A quale livello di emergenza ci troviamo adesso, all’indomani dell’aspro conflitto?
In Italia siamo, a causa della guerra, in uno stato di preallarme, ossia la situazione non é ancora precipitata del tutto, ma siamo al primo gradino dell’emergenza. Questo é quanto riferito dal Ministero della Transizione Ecologica, ossia l’autorità che si occupa proprio degli approvvigionamenti di gas. Il Ministero ha messo in campo delle misure di prevenzione per scongiurare il peggio, dirette al riempimento dello stoccaggio anticipato.
In sostanza, anche se le attuali risorse sono sufficienti, per il momento, a soddisfare la domanda, é certo che non bisogna dormire sugli allori, soprattutto in vista del protrarsi del conflitto. Sul sito di Snam si legge: ”Considerando che tale situazione insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano e che il livello di pericolosità della minaccia alle forniture é sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato.”.
La guerra continua: pericolo per le forniture di gas, parla Mario Draghi
La guerra rappresenta una seria minaccia all’incolumità, oltre a comportare pesanti conseguenze sul piano economico. Anche nel corso del Gas Coordination Group, tenutosi il 23 febbraio a livello europeo, si é affrontato il problema delle forniture di gas, in seguito alla guerra Russia-Ucraina, statuendo il preallarme.
Anche Mario Draghi si é pronunciato sulla questione: ”Ci auguriamo che questi piani non siano necessari, ma non possiamo farci trovare impreparati…”, sottolineando la necessità di prevenire eventuali scenari negativi, in conseguenza della guerra, attraverso misure di emergenza. Queste consistono nell’aumentare le riserve costituenti un’alternativa rispetto alle forniture provenienti da Mosca, introdurre sospensioni per le industrie, accogliere il gas naturale liquefatto proveniente dall’America e adottare una maggiore flessibilità nei consumi.
Inoltre, nel piano di Draghi é previsto anche che si riaprano le nostre centrali a carbone per tutte le esigenze più urgenti, spianando la strada a forniture provenienti anche dalla Libia, dall’Azerbaijan, dall’Algeria e dalla Tunisia.
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