Novità in arrivo per il Reddito di cittadinanza, pronta la bozza per modificare il sussidio statale: “Non sarà più percepito da chi rifiuta il lavoro”

Da tempo il dibattito politico ruota attorno al Reddito di cittadinanza, che si appresta a subire delle modifiche, si vocifera che sia già pronta la bozza per apportare un significativo taglio dell’assegno, in base a tali novità quindi non sarà più percepito se sussistono delle condizioni. Le modifiche relative al sussidio statale dovranno essere approvate dalla nuova legge di Bilancio dopo che nel corso della giornata del 18 ottobre si sono registrati gli incontri tra il ministro dell’Economia Daniele Franco e le delegazioni dei vari partiti presso Palazzo Chigi.

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Nel corso di questi dibattiti si è parlato della rivisitazione del Reddito di cittadinanza, il controverso sostegno economico che è stato introdotto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, contro il quale si è schierata la Meloni ma anche lo stesso Salvini.

Le possibili novità relative al Reddito di cittadinanza

Tra le possibili novità prese in esame dall’esecutivo si intravede la possibilità di stanziare solo 8 miliardi di euro in vista del 2022, apportando un taglio sostanziale all’incentivo, e così indirizzare il sussidio in modo più equo a chi si trova in reali difficoltà economiche. Una modifica atta ad evitare sprechi ed irregolarità, per questo si ipotizza l’istituzione di nuove norme per regolarizzare i disoccupati percettori dell’assegno e così esortarli ad accettare in tempi più rapidi le proposte di lavoro, volte al loro inserimento occupazionale.

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Il Governo prevede di fatto di attuare una riduzione dell’importo del sussidio che dovrebbe scattare nel momento in cui il beneficiario dovesse non accettare la seconda offerta di lavoro. Oltre a modificare il Reddito di cittadinanza, l’esecutivo ha intenzione anche di archiviare Quota 100 nei prossimi due anni con l’introduzione temporanea di Quota 102, che dovrebbe essere un sistema transitorio per portare gradualmente all’interruzione della riforma firmata dalla Lega nel corso del primo governo di Giuseppe Conte.

Chiara Lovani: