“Lockdown per non vaccinati anche in Italia, scelta radicale, ma importante”: Sergio Abrignani del Cts non esclude che il Paese segua la scia austriaca

Anche in Italia si sta aprendo la strada del lockdown per i non vaccinati? Presto per dirlo, ma la misura adottata da oggi dal Governo austriaco incontra i favori di molti espeŕti.

Come ormai tutti sanno l’Austria ha introdotto il lockdown per coloro che non sono vaccinati. La misura approvata dal Parlamento entrerà in vigore non appena i limiti di guardia negli ospedali avranno raggiunto una certa soglia. Il lockdown per i non vaccinati sembra essere al momento la strada più seguita per evitare chiusure generalizzate come accaduto in passato. Di questo ne stanno discutendo i membri del Comitato Tecnico Scientifico, l’organismo che segue il Governo in materia di decisioni sul Covid. In una intervista alla Stampa il professore ordinario di Immunologia all’Università Statale di Milano e membro del Comitato tecnico Scientifico Sergio Abrignani parla della possibilità del lockdown per i non vaccinati.

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Lockdown per non vaccinati anche in Italia

“È una scelta radicale ma molto importante” dice Abrignani che insiste sul tema della vaccinazione. “Bisogna capire che ci si vaccina anche per non infettare i luoghi di socialità e di lavoro. Il Green Pass  è il mezzo che garantisce la sicurezza della nostra vita fuori casa“. Ad oggi però, nonostante un elevato numero di italiani che sono ricorsi alla vaccinazione, il pericolo di nuove ricadute non è ancora scongiurato del tutto.

Il lockdown per i non vaccinati rientrerebbe quindi in una possibile misura per evitare che le terapie intensive raggiungano il livello di guardia. Dei cosidetti no vax Abrignani dice: “Purtroppo sono persone che corrono gravi rischi, soprattutto ad assembrarsi continuamente tra non vaccinati. Quasi tutti i malati e i morti di questi giorni sono No Vax“. Rifiuta l’idea che ha preso piede in Turingia, Germania, dove il Presidente della Regione ha affermato che presto potrebbe non essere più garantita l’assistenza ospedaliera a coloro che non sono immunizzati.

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Ma insiste sulla strada della persuasione, ricordando come presto saranno i bambini a dover ricorrere al vaccino. “Già ora vediamo delle infezione asintomatiche tra 5 e 16 anni e sappiamo dai dati dell’Iss che nell’età pediatrica avviene un quarto dei contagi”.

Alice Iz: