Siamo arrivati al D – Day del Green Pass!
Da oggi scatta l’obbligo di possedere e controllare il possesso del Green Pass per tutti i settori lavorativi. Una decisione che sta facendo ancora discutere animatamente, ma che è diventata obbligatoria per poter lavorare. Vediamo allora cosa dicono le direttive del Governo a proposito della certificazione verde e del controllo sui luoghi di lavoro. Se tutto sembra essere ormai chiaro per quanto riguarda grandi aziende e uffici pubblici, lo stesso non può dirsi per talune categorie di lavoratori autonomi.
Il nuovo sistema di controllo del Green Pass
Il governo, si legge in una nota di Palazzo Chigi, renderà disponibili per i datori di lavori (sia nel settore pubblico che in quello privato) “specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni”.
Il nuovo sistema sul controllo del Green Pass, simile all’app VerificaC19, consentirà un controllo a campione dei dipendenti per garantire il possesso della certificazione. Ma cosa avviene per talune categorie ?
Per i tassisti ad esempio non è previsto alcun controllo del Green Pass né da parte del conducente né da quello dei clienti. Mentre per coloro che svolgono attività di servizio all’interno di aziende sia pubbliche che private, come ad esempio attività di formazione e consulenza, scatta l’obbligo del controllo.
E per parrucchieri, barbieri ed estetiste?
Per quanto riguarda parrucchieri, barbieri ed estetisti, i clienti non sono tenuti a chiedere il Green Pass a chi svolge questo lavoro. E allo stesso modo i lavoratori non dovranno chiederlo ai clienti. Ma ad essere forniti di certificazione anti Covid devono essere i dipendenti e la verifica grava sul datore di lavoro.
Il datore di lavoro che non effettuerà tale verifica sui propri dipendenti “rischia una sanzione amministrativa che va da 400 a 1.000 euro“.
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Stesso discorso per quanto riguarda gli studi professionali di avvocati e commercialisti. Queste categorie non hanno l’obbligo di verificare il possesso del Green Pass dei loro clienti ed assistiti. Così come non dovrà farlo il parroco che dice messa, o colui che confessa ed ascolta un fedele raccolto in preghiera.
Insomma un quadro non proprio omogeneo che sta creando più di un malcontento!