Le notizie di voci dissidenti contro il conflitto in Ucraina e contro Vladimir Putin sono state sconfessate dalle immagini di una folla che lo acclama nella cornice dello stadio Luzhniki di Mosca, dove il numero uno del Cremlino è intervenuto per celebrare l’anniversario dell’annessione della Crimea. Scene di fanatismo rese ancora più sconcertanti per via di alcune esternazioni di Putin, che invece di parlare di guerra ha usato il termine “operazione militare speciale” per poi citare alcuni versetti della Bibbia, per giustificare il conflitto ucraino, che nei suoi progetti proseguirà fino a quando tutti gli obiettivi non saranno raggiunti.
I festeggiamenti per celebrare l’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea alla Russia, dopo un blitz militare, decretata dal referendum sull’autodeterminazione convalidato dalle autorità locali lo scorso 18 marzo 2014, sono andati in scena mentre è in corso la devastazione dell’Ucraina. Una folla entusiasta di più di 100.000 manifestanti, chiamata a raccolta nello stadio Luzhniki ha assistito ad un discorso infervorato del leader russo, che ha rivendicato la sua autorità ma anche il fatto che può contare su una folta platea di sostenitori.
Ma non è mancata la condanna del resto del mondo, che ha protestato aspramente contro le celebrazioni nello stadio Luzhniki, che mancano di rispetto verso l’orrore della guerra che da settimane sta mietendo vittime e distruzioni in Ucraina. Non sono mancati duri moniti da parte del resto del mondo nei confronti delle parole di Vladimir Putin, che dopo essere stato accolto da applausi ed urla di sostegno ha fatto un discorso agghiacciante.
Vladimir Putin cita la Bibbia per giustificare la guerra in Ucraina
Il numero uno del Cremlino è tornato a far sentire la sua voce rivendicando con forza l’annessione della Crimea: “Abbiamo fatto cose che non risulteranno immediatamente ovvie, abbiamo fornito energia, gas, autostrade e ponti… Abbiamo risollevato la Crimea dal degrado. abbiamo fatto risorgere quei territori”. Un discorso marcatamente propagandistico che si è snodato affrontando con toni di encomio i futuri obiettivi della Russia. Vladimir Putin ha fatto un ritratto più che soggettivo della nazione di cui è il leader indiscusso da più di due decenni definendo la Russia “la salvatrice dei popoli oppressi in Crimea e Donbass”.
“Sappiamo che cosa dobbiamo fare adesso, come, a spese di chi e attueremo tutti i nostri piani. Non si tratta neanche di nostre decisioni, sono gli abitanti della Crimea che hanno fatto la scelta giusta, quando hanno ostacolato il nazionalismo e il nazismo di quei territori” – con queste parole Putin ha comunicato i futuri piani di Mosca.
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Tra i passaggi del suo discorso nello stadio Luzhniki, il presidente della Confederazione russa ha menzionato la Bibbia parlando di missioni punitive con cui ha giustificato l’operazione speciale in Ucraina, e così citando alcuni versetti sacri ha motivato l’invasione dell’Ucraina. “Come dice la Bibbia, ‘non c’è amore più grande che donare la propria anima per gli amici’ [ndr. Giovanni 15:13], queste parole che provengono dalle sacre scritture della cristianità sono molto care a chi protesta, ma tutto si riduce al fatto che sono valori universali” – questo il riferimento ai testi sacri, fatto da Vladimir Putin nel suo delirio di onnipotenza davanti ad una folla galvanizzata dei sostenitori del suo piano di guerra.