Contro Putin e l’identikit dell’invasore russo responsabile della guerra in Ucraina si è creato un clima di odio che ha fatto esplodere manifestazioni tacciate per “russofobia”, come confermato da Vittorio Sgarbi che recentemente ha protestato contro tutte le iniziative con cui sono stati messi al bando gli artisti e gli esponenti della letteratura russa da diversi contesti.
In una recente intervista, il noto critico d’arte ha fatto sentire la sua voce contro le attuali forme di discriminazione nei confronti di nomi celebri di origine russa, una forma di ostracismo punitivo contro coloro che sono giudicati dall’opinione pubblica internazionali come i nemici della pace. Vittorio Sgarbi con il suo caratteristico piglio da censore ha espresso un parere perentorio a tal proposito: “Minorati mentali. Sono tutti fuori di testa. Ma come si fa a prendersela con direttori d’orchestra oppure con grandissimi autori della letteratura mondiale per colpa della guerra tra Russia e Ucraina?”.
Vittorio Sgarbi si erge a difensore della cultura russa
Da grande cultore dell’arte a tutto tondo, Sgarbi non si è trattenuto dal commentare con tono contrariato le ultime notizie che parlano di iniziative atte a “punire” con ogni mezzo il popolo russo, responsabile secondo l’opinione pubblica di un conflitto assurdo che potrebbe spostarsi dall’Ucraina altrove.
Tra i nomi celebri che sono finiti nelle maglie dell’odio mondiale contro la Russia sono spuntati quelli di alcuni artisti vicini a Putin, come nel caso del suo amico Valery Gergiev, di professione direttore d’orchestra, il quale è stato letteralmente ostracizzato dal sindaco di Milano Beppe Sala, e bandito dal Teatro alla Scala. Un trattamento analogo è stato riservato anche alla famosa soprano russa Anna Netrebko, la cui esibizione in programma sul prestigioso palcoscenico del Metropolitan Opera di New York è stata cancellata come la sua apparizione in cartello alla Scala.
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Tra le altre manifestazioni che sono state etichettate dal critico d’arte come dimostrazione di russofobia c’è anche la messa al bando di un corso universitario su Dostoevskij, un’iniziativa che Sgarbi ha condannato duramente.
“Vergognoso, è razzismo culturale. Che colpa ne ha Dostojevski? La cultura e l’arte sono patrimonio di tutti. Sospendere un corso di letteratura sul grande autore russo Dostojevski è un atto gratuito di provocazione. […] È come se mettessimo al bando Pirandello perché era fascista”. “È come non leggere Platone perché all’epoca, in Grecia, c’erano i colonnelli. Roba da matti” – questa la chiosa al vetriolo di Vittorio Sgarbi che segnalato la sua indignazione per le ricadute che il conflitto sta facendo registrare non solo sul piano bellico ma anche umano, sociale e culturale.
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