Bella e molto profonda l’intervista che Sergio Castellitto ha concesso al quotidiano La Verità.
Una chiacchierata non solo sul cinema ma, anche e soprattutto, sulla pandemia e sul tema Green Pass. Castellitto cerca di volare alto, smarcandosi dalle contrapposizioni spesso nocive che il Green Pass ha portato nel nostro Paese. L’attore non rinuncia però a qualche giudizio forte, soprattutto dopo i fatti di Roma, con l’assalto alla CGIL, e gli idranti di Trieste. Dice in apertura Castellitto: “Se non si può accettare che sia assaltata la sede della Cgil, non si può nemmeno accettare che si sparino gli idranti contro i portuali di Trieste”.
Sergio Castellitto parla del virus che lo ha colpito
Prima di approfondire la questione Green Pass Sergio Castellitto ricorda la sua personale esperienza con il Covid . “Non ne ho parlato prima perché non mi piaceva un certo esibizionismo della patologia, dice Sergio Castellitto circa la sua malattia. Quando ne esci tendi a rimuoverla, ma una cicatrice, un senso di fragilità rimane”. Quella fragilità che l’attore intravede ancora oggi nella società nel suo complesso.
“Non ho mai creduto che saremo stati migliori. Rispetto a cosa? Purtroppo il dibattito politico mi dà la sensazione che i rancori e gli odi siano tornati a essere materia da prima serata”.
Castellitto non rinuncia a riflessioni pacate ma molto profonde su ciò che la pandemia ha significato per la società e per il mondo del cinema in particolare. “Dobbiamo ricominciare. L’unico vantaggio è che vincerà la qualità. I rami secchi saranno tagliati e prevarrà ciò che ha davvero un senso” dice Sergio Castellitto sul mondo del cinema e dello spettacolo in generale. L’invito a ritrovare una strada comune l’attore lo esplicita ancora meglio tornando a parlare di Green Pass.
Le dichiarazioni dell’attore sulle contraddizioni del Certificato Verde
“Se non ti schieri completamente da una parte, diventi il nemico e sei etichettato come barbaro. Con chi la pensa diversamente da me, preferisco praticare il confronto anziché il conflitto”. Non ammette violenze ma nemmeno scorciatoie da parte delle Istituzioni e non può ignorare le contraddizioni del Certificato Verde.
“Se salgo su un autobus o nel metro non mi viene chiesto niente, ma senza Green Pass non posso andare a lavorare. In Italia probabilmente serve a selezionare chi accetta le regole e chi no. Le persone che non si vogliono vaccinare, e che per fortuna non sono la maggioranza, continueranno a non farlo. Una democrazia forte dovrebbe saper gestire anche le minoranze dissidenti. Al limite, imponendo l’obbligo vaccinale. Il governo dia le sue indicazioni e si vada avanti, senza criminalizzare nessuno”.
“Una democrazia forte dovrebbe saper gestire anche le minoranze dissidenti”, dice in chiusura Sergio Castellitto.