Prezzo della benzina alla stelle: colpa dei distributori che speculano o della crisi? Il costo del carburante punto per punto

La benzina, o meglio, il suo costo elevato é al centro di una polemica dilagante soprattutto su social. Ci si chiede se il rincaro sua dovuto all’attuale crisi oppure ad una sorta di speculazione messa in atto dai distributori. Per capirlo, é necessario indagare a fondo le cause dell’aumento del prezzo della benzina. Quest’ultimo, ormai, ha superato i due euro, ripercuotendosi pesantemente sulle finanze degli italiani.

Ci si chiede se il rincaro del carburante non sia partito dalla crisi conseguente alla pandemia, per poi aggravarsi con l’insorgere del conflitto russo-ucraino. Per capire l’impatto dell’aumento del costo di benzina, diesel o gas, basti considerare che il 70% dei trasporti si realizza su ruote. In pratica, il consumatore ultimo dovrà sobbarcarsi una serie di costi, come: materie prime, trasporti, utili, tasse, tenendo presente anche l’utile del distributore che ammonta al 2%. 

L’azienda petrolifera, invece, percepisce un utile pari al 30%. L’aumento del prezzo, in sostanza, si ripercuote a catena, partendo dalle materie prime fino al consumatore, in quanto devono prodursi utili per tutti in maniera corrispondente a quanto accadeva prima. Ecco il perché del rincaro della benzina e del carburante in generale.

Benzina in aumento: ecco come incide la materia prima sul prezzo del carburante

La benzina in aumento rappresenta un vero e proprio problema per le tasche degli italiani, già gravati dalla crisi economica. La materia prima incide sul prezzo del carburante per il 33%, ma vanno anche aggiunti altri costi, come le spese di stoccaggio, distribuzione, raffinazione. Se fosse solo così, il prezzo della benzina non salirebbe alle stelle, ma bisogna considerare anche il sistema di tassazione che non fa che complicare le cose.

Nei vari Paesi dell’Unione Europea, la tassazione muta, per cui si profilano diversi scenari tra cui quello italiano che é tutt’altro che roseo. Nonostante ciò, alcuni hanno insinuato che possa esserci una sorta di speculazione da parte dei benzinai, teoria non proprio corretta. Non a caso, ai benzinai viene corrisposto solo il 2%, per cui sarebbe oltremodo inappropriato parlare, in questi casi,  di speculazione.

Di sicuro, utilizzare un’auto nuova o lasciarla in garage potrebbe costituire un aiuto, dal punto di vista del consumo, per gli italiani, ma ciò non é sempre possibile. Anche non eccedere in velocità potrebbe essere una soluzione per risparmiare. Tuttavia, si spera solo che il rincaro della benzina non assuma proporzioni incontrollabili, in modo tale da gravare sugli italiani, appena usciti dalla crisi epidemiologica e già minacciati da una crescita che va a rilento.

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Roberta Amorino: