Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ribadito che il nostro Paese si impegnerà ad inviare aiuti militari alle forze ucraine, ribadendo la contrarietà nei confronti di Putin che non vuole saperne di intavolare la pace. Nel condannare l’invasione russa dell’Ucraina, il premier ha ancora una volta segnalato la volontà dell’Italia di fornire aiuti di ogni genere al Governo ucraino, con lo scopo di contrastare Mosca.
Per far sentire la propria protesta contro la Russia, il nostro Paese come il resto dell’Europa ha deciso di scagliarsi contro Putin non solo rafforzando le sanzioni, che determinano un impatto di natura economica sulle sorti nazionali, ma anche sostenendo il popolo ucraino. Mario Draghi ha infatti confermato le iniziative volte a supportare l’Ucraina dal punto di vista del sostentamento e su quello militare. Una posizione che ha sollevato però delle proteste da parte di chi nel mondo politico non è favorevole a questa presa di posizione del Governo, che ha reso noto di voler fornire aiuti militari a Kiev.
Tra le voci dissidenti al discorso di Mario Draghi si è levata quella di Vittorio Sgarbi che citando Lev Nikolàevič Tolstòj ha espresso il suo disappunto. “Tolstoj indicava questa rotta: ‘come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua, così non si può eliminare la violenza con la violenza’. Sarei quindi prudente per l’avvenire a pensare che armare quell’esercito, che è un grande esercito di resistenza e diventa sempre più forte con i cittadini, non sia in realtà un modo per non interrompere questa guerra e aumentare i morti […]” – questo il duro monito del critico d’arte ed uomo politico.
Mario Draghi conferma la decisione del Governo italiano di inviare aiuti militari all’Ucraina
Mario Draghi confermando la solidarietà italiana nei confronti della popolazione ucraina, e la decisione di fornire risorse militari al presidente Zelensky ha rimarcato la severa condanna contro lo zar, per opporsi apertamente all’azione autoritaria della Russia apparsa come un progetto messo a punto da un potere dittatorio. “La carneficina non distingue le divise ma distingue i bambini. È un terreno molto scivoloso. Perché se noi sviluppiamo le conseguenze di questo ragionamento, dovremmo dire di non aiutare i Paesi che vengono attaccati”.
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Nel suo discorso in cui ha spiegato la posizione italiana, che ha scelto di schierarsi concretamente a fianco dell’Ucraina il premier ha poi aggiunto: “Dovremmo sostanzialmente accettare di difendere il Paese aggressore non intervenendo. Dovremmo lasciare che gli Ucraini perdano il loro Paese e accettino la schiavitù. È un terreno scivoloso che ci porta a giustificare tutti gli autocrati, tutti coloro che hanno aggredito Paesi inermi, a cominciare da Hitler e Mussolini”.
Mario Draghi spostando poi l’attenzione sulla ferma volontà dell’Italia di riportare la pace nell’Europa dell’Est non si è astenuto dal condannare per l’ennesima voltail leader russo: “La nostra volontà di pace cozza con Putin, che vuole guadagnare terreno dal punto di vista militare. […] Per questo il disegno avrà successo solo quando lo vorrà Mosca”.