La Svizzera sta approntando alcune misure i donee a proteggere i cittadini nel caso in cui dovesse scoppiare la tanto temuta guerra nucleare. Il capo dell’esercito Thomas Süssli ha esortato la popolazione alla calma, pur dando precise direttive da mettere in atto nella peggiore delle ipotesi. Sarebbe opportuno, a detta di Süssli, iniziare ad preparare delle scorte d’emergenza, consiglio dato alla popolazione nel corso di un’intervista per Blick TV.
In cosa consistono le scorte? Come suggerito dal capo dell’esercito, le scorte dovrebbero comprendere cibi e bevande necessari per un arco di tempo di cinque giorni; in pratica, sarebbero necessari nove litri d’acqua a persona. ”Ora ci siamo svegliati”, ha ammesso Thomas Süssli, pur non ritenendo che al momento ci siano elementi che facciano pensare ad un conflitto nucleare, sebbene la guerra in Ucraina stia continuando.
Süssli ha parlato anche della situazione militare in Svizzera, caratterizzata da un maggior vigore nell’ampiezza dell’esercito, ma non nella profondità, per cui si starebbe attuando un potenziamento della difesa. Tuttavia, le frequenti minacce di Vladimir Putin sarebbero solo un segnale ”politico”. Dunque, per il momento, non ci sarebbe un pericolo imminente né per la Svizzera né per altri Paesi.
Svizzera: non si teme il conflitto ma ci si prepara all’eventualità che scoppi
La Svizzera ha approntato anche delle misure dirette a preservare la salute dei cittadini in caso di minaccia nucleare. Il rimedio più noto é quello delle pillole di iodio, dirette ad evitare la spiacevole conseguenza di un cancro alla tiroide. Il Governo ha precisato, a tal proposito: ”In relazione alla situazione attuale, non ci sono scenari che rendano necessaria la distribuzione o l’assunzione delle compresse allo iodio. Attualmente la Confederazione rinuncia, pertanto, a ordinare misure di protezione previste per il caso di conflitto nucleare.”.
Le compresse di iodio, secondo il piano della Svizzera, verranno distribuite in primis a coloro che abitano a 50 Km dalle centrali. Le farmacie entro i 50 Km dalle centrali nucleari lo rendono già disponibile, al costo di 5.00 franchi. Nelle zone, sempre in Svizzera, oltre i 50 Km, é stato predisposto uno stoccaggio delle pillole di iodio per permettere l’assunzione a gran parte della popolazione in caso di evento catastrofico.
Il piano predisposto dalla Svizzera non ha lasciato nulla al caso, in quanto é stato predisposto un vademecum da seguire scrupolosamente, nella peggiore delle ipotesi. Esso prevede un’app, detta Alertswiss, che darà precise indicazioni nel caso in cui scoppi la guerra. Riguardo i rifugi, in Svizzera sono presenti 365 mila rifugi privati e pubblici e 9 milioni di luoghi dove mettersi al sicuro; in pratica, si ha una copertura superiore al 100%, ma le indicazioni sull’utilizzo dei rifugi verranno date solo quando la politica di sicurezza lo stabilirà. Attualmente si tratta di semplici locali adibiti a cantine o depositi che, però, verranno repentinamente trasformati.
La legge militare, inoltre, vieta che un cittadino svizzero vada in Ucraina per combattere, pena fino a tre anni di reclusione, per cui, per quanto concerne la Svizzera, l’appello di Zelensky non può essere accolto. Nonostante le difficoltà, la Svizzera non ha intenzione di farsi cogliere impreparata.
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