Pierluigi Viale, infettivologo e direttore del Reparto Malattie Infettive del Sant’Orsola, si é lasciato andare, nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica, ad alcune dichiarazioni che hanno scatenato una persistente polemica. In pratica, il dottor Viale ha criticato l’operato del Governo, auspicando nuovi interventi nella lotta alla diffusione del Covid. A detta dell’infettivologo, l’inerzia del Governo nel prendere provvedimenti starebbe paralizzando gli ospedali.
Nell’ipotesi formulata da Pierluigi Viale, il Covid potrebbe non andare più via. ”Bisogna accettare la realtà ed arrivare a convivere con un virus che si é così ben adattato all’uomo che non se ne andrà più…”, ha esordito, così, il medico, spiegando: ”Siamo ormai a un milione di casi al giorno, se consideriamo anche chi non dichiara di essere positivo, avremo due terzi dell’Italia infettata a fine mese e non ha più senso continuare a isolare la gente…”. Inoltre, a detta di Viale, sarebbe opportuno fare tamponi solo quando si é sintomatici, anche utilizzando test ”fai da te”. ”L’importante é dichiararlo. Dunque: test precoci ai sintomatici e cure a casa con gli antivirali che permettono di negativizzarsi in due giorni. Ne abbiamo in grandi quantità, prima si usavano per evitare di intasare gli ospedali, ora, con questo virus, dovremmo prescriverli per permettere alle persone di uscire prima dalla positività”.
Tuttavia, non bisogna allarmarsi in quanto, come precisato da Pierluigi Viale, non ci sarebbero casi gravi al momento. ”Il virus sta infettando la popolazione senza creare casi gravi, ma noi nel giro di 15 giorni diventeremo matti a trovare posti letto per chi ha tutt’altro che il Covid…”. In particolare, una dichiarazione dell’infettivologo ha suscitato scalpore; vediamo perché.
Pierluigi Viale sbotta: ”Di questa variante di Covid non si muore”
Pierluigi Viale ha fatto un’affermazione molto forte sul Covid, dicendo: ”Il virus non é più quello del 2020, ora va lasciato circolare. Invece il Governo non si muove nel cambiare le norme e questo sta paralizzando di nuovo gli ospedali”. Inoltre, l’infettivologo ha ribadito che potrebbero esserci conseguenze gravi solo in soggetti fragili, nell’ipotesi di un eventuale contagio.
”Dunque, lasciamolo andare perché, fortunatamente, di questa variante di Covid non si muore: ormai é solo concausa di mortalità nelle persone fragili. Semmai, rischi perché non trovi posto in ospedale: é questo che vogliamo?”, ha affermato Pierluigi Viale che ha condiviso la proposta di Chiara Gilbertoni, direttrice del Sant’Orsola, di non effettuare più tamponi agli asintomatici ricoverati. Perché questa scelta? L’ha spiegato lo stesso infettivologo.
”Ora, se arrivi in ospedale per una colica renale, e per caso scopri che sei positivo, entri in un tunnel senza uscita. Le regole vanno cambiate, ma non posso deciderlo io e nemmeno la Gilbertoni o l’assessore Donini: é il Governo che deve muoversi, aggiornando le misure…”, ha precisato Pierluigi Viale, lanciando ancora una volta un accorato appello al Governo, affinché abbracci il cambiamento. ”L’attenzione va data nei reparti degli immunodepressi. Per il resto, é meglio rischiare di prendersi il Covid, con le stesse probabilità di prenderlo fuori, o essere mandati a casa perché l’ortopedia é chiusa e dunque slitta di tre mesi l’operazione a un’anca?”.
In pratica, l’infettivologo ha manifestato la sua preoccupazione in merito ad un probabile sovraccarico del sistema sanitario, affermando: ”Non ha più senso dimettere i pazienti solo quando si sono negativizzati, perché nel frattempo occupano un posto utile ad altri, mentre se stanno già bene potrebbero gestire l’attesa a casa”. Non resta che attendere per vedere se il Governo accoglierà o meno l’appello di Pierluigi Viale.
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