“Siamo all’esasperazione”, Mario Draghi sbotta contro deputato no Green pass Pino Cabras: “Dopo 132 mila morti bisogna fare tutto quello che è necessario “

Il premier Mario Draghi ha rivolto una risposta sonora al deputato no Green pass Pino Cabras, una replica decisa dopo l’intervento in aula alla Camera da parte dell’esponente di L’Alternativa c’è, sulla Certificazione verde obbligatoria per tutti i lavoratori

Il presidente del Consiglio, prendendo la parola ha commentato: “Dopo aver avuto 132 mila morti io credo che in coscienza bisogna fare tutto il possibile e tutto quello che è necessario”. Delle parole lapidarie che sono risuonate in aula con fermezza, in seguito il premier ha proseguito la sua dissertazione dichiarando: “Non è il passato, ma è il presente che ci insegna che questa è la strada giusta”.

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La risposta di Mario Draghi al deputato no Green pass Pino Cabras

Nel suo intervento, il premier ha ribadito la validità del Green pass come strumento atto a contenere i contagi ed a sensibilizzare alla vaccinazione, un’argomentazione scandita dal sostegno dei dati relativi non solo al contesto nazionale. “Il Regno Unito era uno dei Paesi che aveva portato avanti la campagna di vaccinazione con grande celerità, ma abbandonata ogni cautela oggi si trova di fronte circa 50 mila contagi giornalieri e 200 morti ieri e 176 oggi. Questo ci insegna anche che non usciremo da questa situazione in un istante e sarà necessario uscirne con gradualità” – ha proseguito Mario Draghi.

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Per replicare alle confutazioni del deputato no Green pass Pino Cabras, relative all’introduzione dell’obbligo del certificato, il premier ha ancora una volta citato i dati del contesto sanitario puntualizzando: “Dal decreto con l’estensione ai luoghi di lavoro le prime dosi di vaccino son cresciute del 43% rispetto al trend atteso. Tra il 16 settembre e il 13 ottobre ci sono state 559.954 prime dosi rispetto al previsto. I decessi sono crollati del 94%, i ricoveri in terapia intensiva son diminuiti del 95%, le ospedalizzazioni del 92%. Mi pare che ci siano molti fatti che giustificano questa scelta politica“.

Chiara Lovani: