Il rituale del tè tipico della cultura orientale trova il suo analogo nel mondo occidentale con il rituale di bere caffè: la pausa per concedersi questa bevanda racchiude diversi significati sociali e convenzionali. Ma la bevanda dall’aroma avvolgente e dal colore intenso da sempre divide il mondo medico-scientifico: a coloro che esaltano le sue virtù si contrappongono coloro che mettono sotto accusa la caffeina, ritenendola responsabile di dipendenza ed altre problematiche. Si deve comunque precisare che la dipendenza dalla caffeina ad oggi non è stata accertata con prove scientifiche.
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Bere caffè fa male o fa bene in base alla quantità giornaliera assunta, senza trascurare i fattori soggettivi legati a stato di salute ed abitudini. A chi si chiede se davvero la bevanda debba essere ritenuta veramente pericolosa per la salute, risponde la scienza che porta a sostegno i dati di diverse ricerche sul caffè. La caffeina tanto demonizzata ha la capacità di agire da stimolante agendo direttamente sul cervello dove si lega ai ricettori che ricevono l’adenosina, una sostanza chimica che causa la sonnolenza agendo da inibitore della sensazione narcolettica. Una tazzina di caffè agisce da ricarica energetica per circa 3-5 ore dal momento che in questo arco di tempo il fegato limita l’effetto di metà della caffeina.
Bere caffè fa bene o fa male: cosa dice la scienza
Evitando di superare la quantità ideale di 3-4 tazzine al giorno, come raccomandato dagli esperti, è possibile beneficiare non solo della sua azione stimolante ma anche di altri effetti salutari. Diverse ricerche condotte nel mondo scientifico hanno evidenziato tra le virtù dell’oro nero la sua capacità di contrastare delle patologie preoccupanti come l’Alzheimer ed il morbo di Parkinson. In base ai dati scientifici a disposizione bere caffè in modo controllato apporta dei vantaggi per la nostra salute. In particolare gli esperti hanno sottolineato che il caffè agisce positivamente sui riflessi: permette di accelerare la nostra risposta aumentando la capacità di agire in tempi rapidi. Ma il caffè stimola anche le capacità cognitive favorendo la migliore assimilazione di informazioni e dati. In più, nel caffè si sintetizzano delle potenti sostanze antiossidanti efficaci per contrastare l’azione nociva dei radicali liberi.
Secondo alcuni studi il caffè permette anche di ridurre il rischio di andare incontro al diabete di tipo 2, con un’azione compresa tra il 2 de il 7%. Altre ricerche sostengono che la bevanda riduce anche del 56% il rischio di Alzheimer: la caffeina è in grado di abbassare i livelli della beta amiloide, responsabile della formazione delle placche nel cervello che caratterizzano i pazienti affetti da questa malattia. In base ad altri studi la bevanda è in grado di ridurre del 60% il rischio di sviluppare il Parkinson. Sempre stando ai dati scientifici chi beve caffè può beneficiare di altre virtù, basta fare attenzione alle dosi per evitare conseguenze per la salute quali: tachicardia, ansia, nervosismo, insonnia.