Non è L’Arena. Giuseppe Conte, la confessione choc su Putin: “Vi svelo l’errore più grande del presidente russo”

Ospite di Non è l’Arena, Giuseppe Conte è entrato nel vivo del dibattito sulla guerra in Ucraina analizzando la situazione geopolitica europea e mettendo sotto accusa Putin. Il leader del MoVimento 5 Stelle ha manifestato la sua posizione in merito al conflitto russo-ucraino rivolgendo un duro attacco contro chi si è reso responsabile della belligeranza, come testimoniato dalla sua arringa raccolta dai microfoni di Non è l’Arena: “Sono convinto che il contagio della democrazia sia stata la ragione scatenante di questa invasione non provocata che contrasta i principi democratici”.

L’ex premier, in linea con il mondo politico italiano, non ha perso occasione per condannare senza remore la Russia schierandosi dalla parte dell’Ucraina, invocando comunque un immediato cessate il fuoco: “Non possiamo pensare di alimentare un conflitto ad oltranza, perché la Russia rimarrà lì e non la sposteremo”. Conte ha poi rivolto un’infuocata invettiva contro il numero uno del Cremlino dichiarando: “L’errore più grande di Putin è quello di aver riportato indietro le lancette della storia. Non dobbiamo assecondarlo e fare una ricorsa al riamo, sarebbe seguirlo sul suo stesso terreno e torna ad un clima di deterrenza”.

Giuseppe Conte, la dura condanna contro la guerra in Ucraina ai microfoni di Non è L’Arena

È poi arrivata la denuncia di Giuseppe Conte dopo la scoperta di quello che è capitato nelle città ucraine recuperate dalla forze militari nazionali e soffermandosi sui massacri raccapriccianti che si sono registrati a Bucha, Kramatorsk e Makariv ha palesato il suo rammarico con parole di condanna.

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 “Sono immagini che ci fanno molto male e sicuramente assisteremo a un’escalation continua sul numero delle vittime: temo che anche in questa guerra come in ogni guerra, alla fine, sarà difficile valutare chi ha vinto, chi ha perso, ma sicuramente il numero delle vittime crescerà sempre più e quello sarà invece un dato molto certo, alla fine. Il rischio della mistificazione c’è, rientra anche in una logica di una propaganda e di atteggiamenti di diffidenza preconcetta, ma direi che le immagini che ci vengono restituite fanno crescere ogni giorno di più la consapevolezza che vengono commessi crimini di guerra di cui dobbiamo rivendicare l’accertamento della responsabilità […]”.

Chiara Lovani: