Ancora una volta si torna a parlare di stato d’emergenza nel nostro Paese per via della guerra Russia-Ucraina che ha spinto il Governo Italiano a correre ai ripari, prolungandolo fino a dicembre 2022. Da quanto riferito dall’esecutivo il rinnovato stato d’emergenza non riguarda la pandemia ma il conflitto che sta devastando l’Europa orientale e che dopo l’approvazione del nuovo decreto legge prevede l’attuazione di misure cautelati urgenti.
Per fronteggiare a livello nazionale la guerra Russia-Ucraina, il Governo Draghi ha varato un decreto legge ad hoc che si snoda in diverse sezioni che si soffermano su temi caldi, tra cui difesa e rifugiati. Nello specifico il Consiglio dei ministri ha deliberato la messa in pratica di misure volte a supportare ed assistere il popolo ucraino mediante la messa a disposizione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari. Per quanto riguarda il tema dell’accoglienza dei rifugiati di guerra ucraini, il Governo italiano ha disposto una serie di misure di sostegno e di soccorso stanziando come plafond 10 milioni di euro stanziati.
Guerra Russia-Ucraina, il Governo Italiano proclama lo stato d’emergenza
Lo stato d’emergenza nel nostro Paese dovuto al conflitto russo-ucraino include anche degli eventuali provvedimenti finalizzati alla riduzione del consumo di energia in caso di necessità, una misura che si potrebbe concretizzare con la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche e la sostituzione con delle fonti alternative, quali le energie rinnovabili. Ma è prevista anche la riduzione del consumo di gas nel settore termoelettrico, il principale settore dove si riversa la richiesta di gas.
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Ad oggi l’Italia è l’unico Paese che sta facendo da due anni a questa parte ricorso allo stato d’emergenza, come confermato dall’approvazione di un decreto legge che rimarca che si è percorsa la strada di un regime d’eccezione per gestire una criticità che interessa un conflitto bellico non nazionale. Il ricorso emergenzialista si concretizza con la momentanea sospensione delle garanzie costituzionali: l’emergenza nazionale finisce per avere un impatto non solo politico ma anche istituzionale e sociale, relegando nel sottofondo il potere decisionale del popolo sovrano.
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